Società venete quotate in Borsa, l’anno nero: bruciati 9 miliardi di capitale - CorrieredelVeneto.it

2023-01-05 17:21:35 By : Mr. Lewis Yang

Un anno in Piazza Affari, i conti sulle società quotate venete si possono anche fare senza difficoltà ma la cifra in sé non dice molto, data la tendenza negativa che accomuna tutte le borse del pianeta, almeno quelle occidentali , e senza grandi differenze tra i settori a cui appartengono le aziende presenti nei listini. Calcolatrice alla mano, dunque, i capitali bruciati dalle imprese di casa nostra nei dodici mesi sono vicine ai nove miliardi di euro. Togliendo dalla somma le insegne atipiche come Essilorluxottica (che perde nell’anno circa otto punti e mezzo ma che valgono 7,2 miliardi), quelle a scavalco tra più territori (Banco Bpm , titolo bancario che, invece, alla data del 29 dicembre, chiude con un +28% e cioè guadagnando oltre un miliardo e mezzo) e i colossi di casa nostra (la trevigiana De’ Longhi che scende del 33,25% e lascia 1,6 miliardi abbondanti), i patrimoni persi tutte insieme dalle altre si aggirano sul miliardo e mezzo, con l’eccezione dei soli due segni positivi (Dba , +13,7% e Masi Agricola , + 22%).

Una lettura in controluce della tabella può portare ad alcune osservazioni connesse, ad esempio, alle conseguenze sui conti della conclusione dell’epoca del Covid la quale aveva fatto da acceleratore per alcune categorie di produzioni. I contenitori in vetro , ad esempio, destinati all’industria farmaceutica e sui quali è impegnata anche la veneziana Zignago Vetro , che flette nell’anno di 16 punti. O, ancora più evidente, il gruppo Stevanato , di Piombino Dese (Padova), presente però tra i titoli di Wall Street e che ripiega del 19,25% dopo il boom delle commesse di fiale per i vaccini. A pagare pegno (-82,71%) per la fine dell’emergenza sono anche Jonix , di San Pietro Viminario (Padova), impegnata nei dispositivi per la sanitizzazione dell’aria in ambienti chiusi, in qualche modo pure la Labomar (-13,83%) di Istrana (Treviso), che con la farmaceutica opera in presa diretta, e con molta più evidenza, ma per ragioni riflesse, De’ Longhi , reduce da impennate di vendite di piccoli elettrodomestici sui quali si sono dedicate a lungo le famiglie di tutto il mondo confinate in casa dal Covid-19.

In picchiata l’energia

Cala anche Gibus (-4,37%), di Saccolongo (Padova), realtà delle pergole di fascia alta beneficiata anch’essa a lungo dalla nuova attenzione della popolazione verso la casa e la vivibilità di spazi all’aperto , favorita in questo anche da incentivi fiscali per le riqualificazioni energetiche ampiamente utilizzati. Boom finito, per ora, anche per Askoll Eva (-41,73%), di Dueville (Vicenza), dopo la grande affermazione nella pandemia delle biciclette a pedalata assistita che fanno parte del suo core business . Le inquietudini internazionali in campo energetico, poi, hanno avuto un ruolo sicuramente importante nei raffreddamenti dei titoli Ascopiave (-30,19%), multiutility di Pieve di Soligo (Treviso) della distribuzione di gas ed energia elettrica, e di Sit (-43,44%), sigla di Padova focalizzata sui contatori evoluti per i fluidi, gas in testa.

Nel campo della moda ripiegano la trevigiana Geox (-25,60%) condizionata in una certa misura dalla chiusura del mercato russo nel quale la «Scarpa che respira» ha una certa presenza, e Ovs , casa veneziana che nel 2022 nelle negoziazioni di borsa ha lasciato il 16,41%. Ma l’anno che si va chiudendo è stato caratterizzato pure da un certo movimento in ingresso e in uscita dalla Borsa, oltre che da annunci in questa o in quella direzione di varie aziende. Fra i titoli che nel listino di Milano non ci sono più c’è Cattolica , assorbita con un’Opa da Generali , Giorgio Fedon , insegna bellunese degli astucci ed accessori per occhialeria, rilevata da Luxottica , e Nice Footwear , meteora padovana visibile a Piazza Affari per meno di un anno e sparita pure essa dopo un’Opa di Palladio .

A parlare di ipotesi di uscita c’è stata la trevigiana H-Farm , mai premiata dal mercato dal debutto in poi, mentre non mancano alcuni interessanti ingressi. Fra questi Revo , l’insegna delle assicurazioni di Alberto Minali e Claudio Costamagna, entrata come Spac nell’ex Aim e ora passata allo Star , la sigla degli accumulatori trentino-padovana Energy e SolidWorld , azienda di Villorba delle tecnologie digitali e della stampa 3D, ammessa a luglio sul mercato Euronext Growth. In arrivo in tempi brevi potrebbero esserci, infine, il polo del design Italian Design Brand (Idb) e la holding vicentina WeDo .

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